sabato 5 novembre 2016

Il noce

L'albero delle streghe per antonomasia.


Care consorelle e confratelli,
la tradizione popolare assegna al noce la caratteristica di "albero delle streghe" per antonomasia. Quello di Benevento ci corre subito alla mente e ci raffiguriamo il sabba che nel Medioevo si svolgeva sotto le sue fronde. Già il vescovo Barbatus, patrono della città, aveva tentato di distruggerlo nel VII secolo, ma sarà abbattuto solo nel XVII.
Le credenze sulla negatività degli alberi di noce in generale si diffusero soprattutto perché difficilmente vi crescono altri alberi intorno e si riteneva addirittura che chi si addormentava sotto una di queste piante si svegliasse col mal di testa. La verità è che le radici contengono una sostanza tossica che impedisce alla vegetazione nei dintorni di propagarsi.
L'olio di noce era tuttavia apprezzato sin dagli antichi romani e veniva usato per combattere calcoli e coliche, ma già i greci lo avevano associato a Ker, poi Cora, assorbita dalla Proserpina romana, non certo fra le dee meno inquietanti.
La religione pagana, in realtà, considera il noce un albero di saggezza (il frutto somiglia a un cervello umano), abbondanza e prosperità. Le streghe utilizzavano i frutti come afrodisiaci, e pure gli antichi indù (un'antica ricetta del Kama Shastra vede il succo di mallo e la polvere di foglie di noci impastati con burro, miele e zucchero candito, per mantenere la virilità degli uomini).
Posto sotto la Luna, è legato anche a Giove, e si presta per essere lavorato in tutti i rituali a essi correlati.
Che la Dea vi benedica

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