venerdì 9 settembre 2016

Le druide

Profetesse, barde, dottoresse, ambasciatrici, giudici e guerriere...


Care consorelle e confratelli,
da tempo, le fonti ci confermano l’esistenza di femmine tra i druidi, dato il ruolo determinante all’interno della società celtica della donna, detentrice di diritti e posizioni che superavano di gran lunga quelli delle contemporanee greche e romane.
Nella storia, incontriamo difatti tante figure autorevoli, dalla regina e comandante di guerra Boudicca (61 d.C.) ad altre regine guerriere quali Medb del Connacht, che comandava personalmente il suo esercito, o come Scathach, maestra di armi di Cuchulainn, e sua sorella Aoife, altra nota guerriera. Cartimandua è stata capo dei briganti britannici intorno al 43-69 d. C e, quando suo marito tentò di rilevarne il posto nel regno, lei divorziò e sposò il suo auriga. Per non parlare della prima condottiera gallica Onomaris, del capo dell’intera Irlanda dal 377 a 331 a. C. Aed Ruadh, e di tutte le eroine nella guerra contro Roma.
Sacerdotesse, profetesse, barde, dottoresse, ambasciatrici, giudici e avvocati, le donne godevano dei diritti di successione, e potevano dunque divorziare.
Dal concetto di “dea madre” a quello di “padre degli dèi”, però, il passo fu breve, e l’introduzione del cristianesimo per opera dei Romani spazzò quest’uguaglianza fra uomo e donna (per quanto, nei primi anni di ibridazione fra le due Chiese, le donne continuassero a occupare posizioni interdette alle coetanee d’oltralpe).
Romani che comunque non mancano di tramandarci leggende su queste donne, come succede a Tacito per la profetessa Veleda, autorità in campo politico che dominava un vasto territorio; così come a Dione Cassio per Ganna, che succedette a Veleda.
Nonostante queste donne non vengano mai chiamate esplicitamente druide o druidesse, anche Pomponio Mela, nel “De Chorographia”, cita le sacerdotesse dell’Isola di Sena, che conoscevano il futuro e fornivano oracoli ai marinai. E persino Strabone, nel citare un’isola simile a quella di Sena, parla di donne che servivano una divinità associabile a Bacco e sottolinea il fatto che fossero indipendenti dai loro mariti (confermando al contempo la diffusione del matrimonio nella casta sacerdotale). Ma di profetesse parla anche Elio Lamprido dell’"Historia Augusta", così come Flavio Vopisco.
La tradizione celtica è ovviamente ancora più ricca di riferimenti e Seathrun Céitinn ci narra delle custodi dei fuochi sacri irlandesi, mentre Gwynn, nel saggio “Metrical Dindshenchas”, porta numerosi esempi come ‘la’ Capodruido Gaine, e molti nomi di druide sono conservati nella letteratura irlandese antica, in particolare nell’epica.
Se le volete conoscere tutte, vi suggerisco il saggio di Peter Berresford Ellis “Il segreto dei druidi”, di cui già vi ho parlato in svariate occasioni all’interno dei Consigli Magici.
Che la Dea vi benedica

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