mercoledì 27 luglio 2016

La sacralità di Stonehenge

La ruota della vita da un mondo al di là delle stelle.


Care consorelle e confratelli,
ciò che resta di questa famosissima zona sacra è solo un frammento della grande ruota a tre cerchi concentrici i cui pilastri si distanziavano esattamente fra loro. Il megalito, in origine, rappresentava la “ruota della vita”, l’ovulo della Dea e della fertilità, la Madre primigenia che si nascondeva in ogni masso. La sua forma evocava anche la Luna e il Sole, e difatti le pietre usate per ogni cerchio erano di colore diverso: bianche per la Luna, blu per il cielo, ocra per il Sole. Ed erano proprio queste ultime a fornire responsi ai druidi, colpite al tramonto in punti diversi a seconda dei giorni.
Pare che la formazione originaria riprendesse anche la mappa di una costellazione, ma il firmamento a distanza di migliaia di anni è cambiato, per cui non è chiaro a quali precise stelle si riferissero i menhir. Da qui la credenza che le pietre siano arrivate prima dell’uomo, da un altro mondo al di là delle stelle.
I sacerdoti e le sacerdotesse officiavano dal cerchio interno; il secondo era occupato da membri di rilievo della comunità; il terzo dal resto del popolo. Il sito è stato “ripristinato” nell’800 da gruppi neoceltici e ancora oggi visitatori da tutto il mondo accorrono per interrogare queste antichissime pietre, in un labirinto, un cordone ombelicale cosmico che ci riporta alle origini… forse anche al di là delle stelle.
Che la Dea vi benedica

Per approfondimenti:
Tosonotti - La magia dei celti (Xenia)

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