domenica 26 giugno 2016

Il culto delle acque e delle fontane

I poteri miracolosi delle fonti magiche.


Care consorelle e confratelli,
tra i vari culti celebrati sin dall'antichità, quello delle acque e delle fonti è forse il più remoto, per la forza generatrice dell'elemento.
I celti sono stati uno dei popoli che più ha raccolto quest'usanza primitiva. Le "fonti magiche" avevano il potere miracoloso di guarire dai mali e perciò erano meta di pellegrinaggio: si va da quella di Pleuyegat-Mysen, ormai quasi abbandonata, a quella di Barenton, la più famosa della Bretagna, presso cui si dice che Viviana del lago incontrò il mago Merlino. Ma troviamo anche le fontane gemelle di Notre-Dame du Guiaudet, commemoranti il ritrovamento di una statua della Vergine, posta dove le nicchie ospitanti le più antiche Dee Madri erano state svuotate. La Fontana dei Sette Santi - santi che detronizzarono gli dèi celtici - è una delle più note riguardo i poteri salvifici, ma la Nostra Signora di tutti i Rimedi per eccellenza è quella di Rumengol. Si narra che Gradlon, Re di Cornovaglia, vi fece costruire una cappella per soppiantare un santuario druidico, e le sue acque sono rinomate in particolare per la guarigione dalle bruciature. 
Le Tre fonti di Noyale sorgono nel punto in cui una ragazza morta decapitata per aver rifiutato le avances di un chierico giunse vagando con la testa in braccio alla ricerca di un eremo. Le tre sorgenti nascono da tre gocce di sangue cadute dal capo.
Ma potremmo aggiungere anche la fontana di Saint-Gèrard-Silfiac, che guarisce le malattie che deturpano la bellezza delle donne; quella di Saint-Nodez, che cura i mali dei piedi; e quella di Juvence, che sembra ringiovanisca... sarà una fontana come questa, quella di cui parla il mio Fulke nelle Spose della notte?
Che la Dea vi benedica

Per approfondimenti:
Tosonotti - La magia dei celti (Xenia)

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