martedì 29 marzo 2016

I miei uomini #10: Zaccaria

"E' vivace, simpatico, sempre con la battuta pronta, prepara dei pranzetti vegetariani prelibati, per non parlare di quei dolcetti così stuzzicanti e provocanti..." - dal blog "La mia biblioteca romantica"



Care consorelle e confratelli,
dopo Bastian (il Guardiano), Damien (il maggiordomo), Theo (il giardiniere) e Nadir (l’autista), all’interno della villa di “Spettabile Demone” non poteva mancare l’addetto ai piaceri del palato. Il demone-cuoco Zaccaria, all’aspetto, non è certo da meno rispetto ai compagni, tuttavia rimane una figura secondaria, per quanto alcune sue scelte, quali la votazione iniziale che costringe Iris a intraprendere la sua avventura, dipendano direttamente da lui. Eppure, in principio, è assai accomodante... come nel corso della prima scena in cui lo incontriamo, visto da un personaggio, Damien, che lo conosce da secoli, e che conosce da secoli lui:

Zaccaria stava rimestando legumi all’interno di un pentolone e i fornelli sbuffanti rimandavano a Damien odori abituali per chi da secoli era costretto al vegetarianismo. Se ne stava a osservarlo appoggiato con i gomiti sull’isola della spaziosa cucina, paradiso di Zaccaria, le cui braccia robuste non si fermavano mai. Il grembiule bianco e il copricapo immacolati, la fossetta sul mento che si accentuava quando sorrideva fra sé.
«Allora?» proruppe Damien. «Che ne pensi?»
Zaccaria alzò le sopracciglia e, senza alzare lo sguardo dalle pentole, rispose con aria indifferente: «Io dico che se le cose stanno davvero come dici...»
«E perché non dovrebbero stare come dico?» replicò Damien, risentito.
«Stai calmo!» ribatté Zaccaria, sollevando finalmente gli occhioni grigi su di lui. «Volevo dirti che l’idea non è male. Ma non so se Bastian accetterà il fatto che hai agito di tua iniziativa senza aspettare il suo parere. In fondo, per il momento era solo una vaga idea. Forse avremmo dovuto parlarne di più fra noi. C’è anche il caso che ti chieda di cancellare la memoria delle due ragazze. E sai che odia farlo in continuazione, soprattutto quando è conseguenza di qualche sbadataggine.»
Damien sbuffò e alzò le spalle, sollevando di malavoglia i gomiti dal ripiano. «Sbadataggine...» mugugnò. «Ci ho provato volontariamente.»
Zaccaria ricacciò lo sguardo sulle pentole, alzò il coperchio di una padella e col mestolo ne saggiò il contenuto. Rilanciò a se stesso un rapido cenno d’approvazione con il capo e abbassò il fornello. «Non credo però che lei possa accettare volontariamente» proseguì, tornando a osservarlo. «E questo significherebbe agire in maniera ancora più forzata.»
«Ho provato a trascinarla verso la mia mente» confessò Damien, «ma non ho esagerato. E difatti non mi è parsa molto convinta.»
Zaccaria abbassò un altro fornello e canticchiò: «Il pranzo è quasi pronto.»
«Ma che fai?» sbottò Damien. «Non mi ascolti?»
«E perché non dovrei ascoltarti?» Zaccaria allargò le braccia, si strappò il copricapo liberando i folti ricci biondo cenere e gli rilanciò un’occhiata perplessa. «Tanto finché non ne parliamo con Bastian non possiamo decidere niente.»
«Bastian! Bastian!» sbuffò Damien. «In fondo, per contrappasso, il Guardiano avrei dovuto essere io. Sono stanco di dovermi sempre rivolgere a lui per ogni minima cosa.»
«Ti sono nel cuore, Damien.» Zaccaria lo osservò con un’espressione che stava fra l’ironico e il compassionevole, e lo innervosì. «Ma se queste ti sembrano decisioni minime...»
«Insomma, mi appoggerai sì o no?»
«Sicuro, e lo faranno anche gli altri. Bastian troverà una soluzione.»
«Certo» e l’ironia traslocò sul volto di Damien, «lui ha sempre una soluzione per tutto.»
«Damien, ma proprio tu...»
«Va’ al diavolo!» mugugnò, prendendo la via per la porta.
«Siamo già all’Inferno, compare.» Damien udì Zaccaria attraverso la porta appena sbattuta. «Apparecchia, maggiordomo dei miei stivali!»

In effetti, fra i cinque demoni, Zaccaria è il più solare, bonaccione e accomodante, però queste sono caratteristiche che permettono alla battagliera protagonista di mettergli più facilmente i piedi in testa, dal fargli comprare assorbenti al supermercato a portarlo a ideare per lei ricette apposite, nonché prenderlo continuamente in giro...

Zaccaria le sorrise dal vano della porta sfoggiando la sua adorabile fossetta sul mento. Si era tolto il grembiule da cuoco, in modo da sfoggiare anche le spalle e i pettorali attraverso la semplice t-shirt bianca. «La cena è stata di tuo gradimento?»
Iris avrebbe voluto rispondere di sì, ma anche di no, oppure che non era tenuta a rispondere affatto. Si limitò tuttavia ad alzare le sopracciglia e a osservare il cellulare che lui le stava posizionando sotto il naso. Il suo cellulare. «Sono venuto a riportarti questo.»
«Allora» proruppe lei, «posso chiamare Bruce Willis?»
Zaccaria parve non afferrare la battuta. Del resto, se Nadir non conosceva Gomez e Morticia Addams, c’era il caso che qualcuno al mondo - ma davvero? - non sapesse chi fosse Bruce Willis. Gaia ne sarebbe rimasta sconvolta.
«Chiama pure la tua amica. Potrai farlo ogni sera.» Giustappunto, chiamata col pensiero. «Nadir sta andando da lei per recuperare il resto della roba che avevi inserito nella lista. Nessuno le cancellerà la memoria, puoi tranquillizzarla in merito al trattamento, o inventarle quello che vuoi. Dille che vi rivedrete fra quindici giorni esatti, come stabilito.»
«Veramente non l’ho stabilito io.»
«Lo so» dichiarò lui, in tono sommesso. «È colpa mia. Ma ti assicuro che allo scadere dei quindici giorni sarai felice di aver vissuto quest’esperienza.»
«Tutti non fate altro che assicurarmi questo, ma il diretto interessato mi pare quello più dubbioso. Come me lo spieghi?»
«Intendi Bastian?» Zaccaria spalancò gli occhioni grigi. «Ti riceverà domani. Ha pensato che oggi fosse stata una giornata già abbastanza stressante, per te.»
«Ma quanta cortesia!» sbottò, ironica. «Sono davvero esterrefatta di fronte a cotanta gentilezza.»
«Però dovresti farlo in mia presenza» proseguì lui, indicando il cellulare. «È meglio se non le riveli quel particolare sfuggito a Theo.»
«Il particolare sfuggito a Theo?» ribatté Iris, sardonica. «Avete paura che lei vi crederebbe?» Poi alzò gli occhi al cielo, puntandosi l’indice sul mento. «Sì, in effetti lei potrebbe anche crederci.»
«Ma non pensare che noi siamo...» Il cuoco portò i palmi in avanti e corrugò la fronte. «Forse l’idea che tu hai...»
«Dei demoni?» interloquì lei, canzonatoria. «Non ne ho incontrati molti finora, non mi sono fatta un’idea precisa, a dire il vero.»

Ma sarà proprio una sua particolare ricetta a innescare il meccanismo romance che deciderà le sorti dei cinque maschietti in riferimento all’ospite... se volete scoprire quale, potete leggerlo qui.
Che la Dea vi benedica 

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