domenica 21 giugno 2015

I giorni del solstizio d’estate

Cosa può fare e ricordare una strega moderna e solitaria in ricorrenze particolari?


Care consorelle e cari confratelli,
le antiche religioni, dal 21 al 24 giugno, celebrano il solstizio d’estate col il Grande Sabba della Terra. Si tratta di una festa della natura dedicata al giorno più lungo dell’anno, quando il sole inizia a calare e le ombre ad avanzare. Il sole è ora giunto al massimo del suo cammino (va verso sud) del ciclo annuale e inizia a discendere, pertanto il lavoro iniziatico va compiuto da mezzanotte all’alba, nelle ore notturne. Ma il Sabba non deve essere inteso come un festino satanico quale ce lo vuol descrivere la tradizione cristiana, bensì come una sorta di assemblea a cui partecipano i membri della congrega. Preferibilmente in un luogo di potere vicino a un corso d’acqua. Si fa festa, in intima comunione con la natura, liberando allegria, balli, canti, e consumando cibo in sintonia con la stagione.
Il convivio è solitamente aperto e chiuso con un colpo di gong dalla Grande Madre della congrega.
L’ultima notte di questo periodo, quella fra il 23 e 24, è la cosiddetta Notte di San Giovanni o Notte delle erbe. Deriva dalla più antica Festa delle Acque in onore delle divinità agresti ed era originariamente una festa dedicata a Giano bifronte, indicante il passaggio da una stagione all’altra (a Giano è stato poi sovrapposto il Giovanni della tradizione cristiana). Perché dunque si parla di “fuochi” di San Giovanni”? Le popolazioni celtiche credevano con i falò di aumentare la potenza del sole che in questo periodo dell’anno stava scemando. Intorno ai fuochi si danzava e si ballava. Per arderli, erano predilette sette specie di alberi ritenuti sacri: betulla, pino, olmo, frassino, faggio, quercia e tremula. Ruote di legno venivano fatte rotolare dalle alture e i druidi ne interpretavano la discesa in senso divinatorio.
È tradizione gettare nel fuoco rametti di artemisia, declamando: “Possa tutta la mia sfortuna andarsene come questi fiori” e la pianta caratteristica della festa è l’iperico, il cui “olio rosso” richiamava il sangue del Battista. Ed è durante queste ore che vanno raccolte le piante e le erbe che serviranno per le pozioni confezionate poi durante l’anno. Raccogliere a mezzanotte precisa un rametto di felce da mettere nella propria abitazione pare che favorisca l’amore, oppure il denaro, se posta vicina a una moneta. Cogliere un seme di felce nell’ora esatta in cui si leva il sole e portarla su di sé fa invece vincere al gioco.
Le antiche festanti si rotolavano nella rugiada, ne raccoglievano un po’ dalle piante e dalle foglie con delle spugne, per preparare in seguito le pozioni. Ma la strega moderna spesso è costretta ad agire da sola, all’interno delle pareti domestiche. Il mio consiglio è quello di non dimenticare che si tratta comunque di un momento di devozione verso la Dea, quindi l’importante è l’intenzione: qualche consorella, da qualche parte del mondo, in quel preciso istante, sta compiendo le medesime azioni. È sufficiente quindi contrassegnare le pareti con i punti cardinali, consumare cibo di stagione e porre un catino colmo d’acqua e fiori, erbe odorose e medicamentose, sul davanzale della finestra per tutta la notte, per ritirarlo poco prima dell’alba. Durante l’anno a venire, con quest'acqua magica, si potranno preparare le pozioni, anche per la salute e la bellezza della pelle.
Che la Dea vi benedica
Anonima Strega

Per approfondimenti vedi la scheda Festività pagane.

lunedì 1 giugno 2015

Spettabile Demone

Care consorelle e cari confratelli, il 5 giugno prossimo uscirà su Amazon il mio romanzo "Spettabile Demone." Si tratta di un urban fantasy/paranormal romance di circa 212 pagine e ve lo propongo al prezzo di un obolo di un euro e novantanove centesimi. Una storiella d'evasione senza troppe pretese, che spero però possa allietarvi.
Che la Dea vi benedica

Accetteresti tre milioni di euro in cambio di un lavoro di due settimane segregata in una villa abitata da demoni? 


Nessuno rifiuterebbe tre milioni di euro per quindici giorni di lavoro, ma se il compito prevedesse di essere rinchiusi in una villa sperduta, abitata da cinque demoni, la faccenda si farebbe complicata. A Iris quei soldi fanno gola, tuttavia non crede alla storia di dannazione e caduta raccontatale dai suoi coinquilini o presunti demoni che siano. Se cede alla proposta di scrivere per conto loro una richiesta di redenzione, è solo perché la fuga le è preclusa. Il maggiordomo Damien, l’autista Nadir, il cuoco Zaccaria, il giardiniere Theo e il Guardiano Sebastian sono gli uomini più affascinanti che Iris abbia mai incontrato, ma anche i più irrazionali, dunque è bene non pensare troppo all’algido Sebastian, meglio assecondare le sue follie e sperare nel pagamento. Ma è difficile spiegarsi alcuni strani illusionismi. E ancora di più addormentarsi sotto lo stesso tetto di cinque splendide furie che per espiare passioni e colpe affermano di non sfogare gli istinti sessuali da trecento anni.