lunedì 30 novembre 2015

Il vampiro classico

Il vampiro nella letteratura dell’Ottocento e del Novecento.


Se la letteratura vampirica può in un certo senso partire con i libertini bevitori di sangue di De Sade o con i poemetti del tardo Settecento di Robert Southey Coleridge ("Christabel" e "Thalaba the Destroyer"), John Keats ("Lamia"), Novalis ("Inni alla Notte), Goethe ("Die Braut von Corinth"), la prima vera novella a tema vampiresco, “The Vampire”, risale al 1819. Firmata Byron, è in realtà stata scritta dal segretario Polidori, ed è il modello di riferimento per tutta la letteratura popolata da vampiri classici, dai racconti "Vampirismus" di Hoffman (1828), "Lord Ruthwen et les vampires" di Nodier (1830), "Il Vij" di Gogol (1835), "La morte amoreuse" (o "Clarimonde") di Gautier (1836) ai sonetti di Baudelaire "Le Vampire", "La Fontaine de Sang" e "Les Metamorphoses du Vampire."
Fra il 1845 e il 1847, un autore anonimo inglese (probabilmente un collettivo) pubblicò più di 220 dispense del feuilleton "Varney The Vampire" e, nel 1849, anche il maestro della letteratura d’appendice Alexandre Dumas lasciò il romanzo "Les Mille et un Fantomes", contenente un capitolo sul vampirismo dal titolo "La bella vampirizzata."
Nel frattempo, però, anche un grande autore come Tolstoj si era dedicato all’argomento, con le novelle "La famille du Vourdalak" (1847) e "Le vampire e Amena."
E ancora poesie, con Lautréamont ("Chants de Maldoror", 1868) e Vasile Alecsandri ("Strigoi").
Il celebre racconto lungo di Le Fanu, "Carmilla", che introduce il vampirismo lesbo, è del 1872, mentre il primo romanzo sui vampiri vero e proprio risale al 1875, ed è stato scritto dal romanziere d’appendice francese Paul Feval: "La ville vampire."
Gli Scapigliati nostrani hanno dato il loro apporto con "Penombre" (1864) e "Fiabe e leggende" (1867) di Emilio Praga, e l’Italia torna anche nel racconto di Francis Marion Crawford, autrice di romanzi gotici a sfondo romantico, "Fort the blood is life" (1880).
Altri autori noti come Kipling o Montague Rhodes James scrissero di vampiri, rispettivamente nel poema "The vampire" e nel racconto "Count Magnus", ma anche Paul Verlaine nelle sue poesie.
Il 1897 segna infine l’uscita del celeberrimo "Dracula" di Bram Stoker.
Il nostro Luigi Capuana scrisse il racconto "Un vampiro" nel 1907, mentre il primo ‘ciclo’ risale a Gustave Le Rouge, con "Le prisonnier de la planète Mars" (1908) e il sequel "La guerre des vampires" (1909), tentativo di commistione fra horror e sci-fi.
Anche il Nobel per la letteratura Wladyslaw St. Reymont, nel corso della sua carriera, ha scritto un romanzo a tema vampiresco: "Il vampiro" (1910), mentre Gaston Leroux ha accennato l’argomento in "La poupée sanglante" e "La machine assaissiner."
Hanns Heinz Ewers scrisse sia romanzi ("Alraune", 1911; "Vampir", 1920) sia racconti ("La salsa di pomidoro") sui vampiri, mentre il futurista Maciariello stampò nel 1922 l’antologia in versi "Canti malvagi", contenente "Il tuo sangue."
Dopo i racconti "And no bird sings" e "Mrs. Amworth" (1923) di Benson, gli anni ’20 sono dominati dai giallisti, da Conan Doyle a Irving Goodwin, con, rispettivamente, l’avventura di Sherlock Holmes "The Sussex Vampire" (1927) e "Il vampiro."
Gli anni ’30 vedono invece lo sviluppo della narrativa pulp americana, con le storie di Marion Brandon ("The dark castle", 1931), Franklin W. Ryan ("The last earl", 1933), il serial di Hugh Davidson. "The vampire master" (a partire dal ’33), McClusky ("Loot of the vampire", 1936), Kuttner ("I, vampire", 1937), la moglie C.L. Moore ("Scarlet dream") e soprattutto Clark Ashton Smith, con gli universi di "Zothique" e "Averoingne."
Con il surrealismo, incontriamo invece il nostro Tommaso Landolfi ("La pietra lunare", 1939) e il romeno Ghérasim Luca ("Le vampire passif", 1945).
Autori noti di fantascienza come Ray Bradbury, Richard Matheson, E. C. Tubb e Theodore Sturgeon ci hanno lasciato opere a tema vampirico, rispettivamente con i racconti "The man upstairs" (1947), "Drink my blood" (1951), "Fresh Guy" (1958), e il romanzo "Some of your blood" (1961).
Gli anni ’60 si disperdono nella creazione di numerosissime collane horror e la novelization di film famosi, dai "Racconti di Dracula" a "KKK Classici dell’Orrore", che pubblicarono i romanzi di Marion Wales ("Alle soglie dell’Inferno", 1968) e Liz Lawrence ("Il vampiro", 1969).
Dopo la serie di racconti di Neally Kaplan e Michael Avallone, e la novelization tratta dal telefilm "Dark Shadow", gli anni ’70 vedono una serie di romanzi di Philip Josè Farmer ("The image of the beast", 1970; "Blown", 1971) e di Robert Lory ("Dracula returns", 1972; "The hand of Dracula", 1973). Riprendono quota anche le collane nostrane, con ottimi scrittori come Inisero Cremaschi, Giuseppe Pederiali e Franco Tamagni.
Gli anni ’70 segnano però anche l’uscita di due (relativamente recenti) cult del genere, "Intervista col vampiro" di Anne Rice (1976) e "Le notti di Salem" di Stephen King (1977).
Del ’77 sono anche "The blood of Dracula", di Jack Hamilton Teed, sequel del romanzo di Stoker, e "Dracula Unborn" di Peter Tremayne, autore pure di altri romanzi a tema come "The revenge of Dracula" (1978) e "Dracula, my love" (1980).
Il romanzo più affascinante dei ’90 è, forse, "The secret life of Laszlo, Count Dracula", di Roderick Anscombe (1994), dove i temi del vampirismo si mischiano a quelli della psicanalisi.
Gli anni 2000 vedranno imperare i vampiri romance alla Meyer e alla Harris, ma questa è storia recente, e la conosciamo a menadito.
Per approfondire l'argomento, non solo per quanto riguarda la letteratura, ma anche il cinema, il teatro, l'arte e il folklore, potete leggere il saggio di Cammarota - I vampiri (Fanucci). Se però non avete letto almeno i romanzi insieme a questo saggio nella foto in alto, per punizione dovrete donare un litro di sangue.
Che la Dea vi benedica




Edizione di "Intervista col vampiro" precedente all'uscita del film di Neil Jordan

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