Le schegge nel suo cranio dipendono dalle tecniche di mummificazione o da un colpo in testa?
Care consorelle
e cari confratelli,
Tutankhamon
aveva solo sedici anni quando morì, eppure la scoperta della sua tomba suscitò uno
scalpore tale che il piccolo faraone divenne un mito.
Ma cosa sappiamo
in realtà di lui? Poco. Conosciamo meglio la sua famiglia (o presunta tale) e
il clima religioso e politico dell’epoca, non certo favorevole a un ragazzino
sprovveduto.
Verso la metà
del regno di Amenhotep III, a Tebe, il potere sacerdotale del Dio Amon era
andato crescendo, anche perché in molti distretti
l’economia gravitava intorno al Tempio di questa grande città. I Primi Profeti
di Amon conseguivano le più alte cariche civili dello stato: capi,
soprintendenti, amministratori, erano quasi sempre sacerdoti, e il Padre Divino
Ptahmose fu nominato addirittura Visir dell’Alto Egitto e direttore di tutti i
lavori pubblici del paese, divenendo così l’uomo più potente dello stato dopo
il faraone.
Fu per
contrastare questo strapotere che Akhenaton, figlio di Amenhotep, impose il culto
unico del disco solare Aton (forse influenzato dal personaggio storico passato
al mito biblico col nome di Mosè), ma commise l’errore di isolare la corte ad
Akhet-Aton, mentre Amenhotep continuava ad abitare a Tebe.
Alla morte di
Amenhotep, il nome di Amon fu cancellato da quasi tutti i monumenti e un tempio
dedicato all’Aton fu costruito a meno di cento metri dal recinto di Amon a
Karnak; ma, quando la riforma fallì e Akhenaton decise di riallacciare i rapporti
con Tebe, la moglie Nefertiti non l’accettò, e si allontanò spontaneamente.
Probabilmente
Nefertiti non era, in realtà, una seguace dell’Aton. Ciò che la
preoccupava era la sete di potere dei sacerdoti. Anche il co-reggente era
eretico e, alla morte di Akhenaton, che era diventato praticamente un sovrano
assoluto, ci sarebbe stato il rischio di arrivare all’anarchia.
Quando Nefertiti
lasciò Akhenaton per trasferirsi nel Palazzo Nord di Akhet-Aton, il culto
monoteistico dell’Aton stava ormai crollando, e lei preferì semplicemente
discostarsi dal clero di Tebe. Akhenaton sposò Merit-Aton, sua figlia
primogenita, e fece in modo che l’altra figlia, Ankhesenpaton, abitasse per un
po’ nel Palazzo con la madre, le sorelle più piccole e il bambino destinato a
divenire suo sposo. Non è mai stato chiaro quale legame ci fosse stato fra il
re e quel bambino, forse era il figlio dell’altra moglie, Kiya, o di
Maket-Aton, morta di parto.
E invece
Ankhesenpaton (che mutò il suo nome in Ankhesenamon) e il piccolo Tutankhamon,
sotto l’egida di Nefertiti, riuscirono a restaurare l’ortodossia e a tenere
sotto controllo la questione dei sacerdoti.
Ma Tutankhamon
si spense improvvisamente.
La sua morte prematura
trovò tutti impreparati nella costruzione della sua dimora. Le scene delle sue
esequie e della sua entrata nel regno dei morti furono elaborate da artisti
minori e, oltre ai due feti avuti da Ankhesenamon, gli oggetti riposti nella
tomba risalivano perlopiù all’infanzia. Anche perché gli venne assegnata quella
in costruzione per il Primo Sacerdote Ay che, per ironia della sorte, divenne
il nuovo faraone.
Ay Padre Divino,
Visir, Secondo Scriba Reale, Comandante dei Cavalli di Sua Maestà (nonché
soprintendente del bestiame) e Primo membro dell’Assemblea aveva ormai sessant’anni
(sua moglie Tye era stata la nutrice di Nefertiti) e, a suo tempo, era rimasto
coinvolto anche nella rivoluzione religiosa. Egli stesso officiò il rito
funebre di Tutankhamon, con la pelle di pantera sulla veste bianca e la corona
blu. L’accordo dinastico era dunque già avvenuto, anche se solo il matrimonio
con Ankhesenamon avrebbe legittimato l’ascesa al trono del vecchio sacerdote;
ma le nozze venivano stabilite dal Consiglio di Reggenza, di cui Ay era il
membro più rappresentativo. Sarebbe stato un gioco da ragazzi sposare la legittima
erede.
Il sacerdote Ay
non avrebbe avuto molte opportunità di diventare faraone, se la dinastia di Akhenaton
fosse stata portata avanti da Tutankhamon.
Successe, però,
che proprio in quel periodo gli Hittiti distrussero Amqa, e Ankhesenamon,
impaurita, ferì l’orgoglio degli egiziani compiendo un atto estraneo alla
tradizione.
La situazione
militare era instabile. Ankhesenamon aveva mandato il messaggero Hani da
Shuppiluliumash, re degli hittiti, per chiedergli un figlio in marito. La sua
intuizione era stata buona: il matrimonio tra una regina egiziana e un principe
hittita avrebbe messo fine alla guerra. Ma il Re hittita non credette ad Hani e
convocò i Grandi. Con Hani a Tebe, tornò l’emissario del re hittita:
Hattusha-Zitish, per riportare a Shuppiluliumash notizie sicure. Gli Hittiti
non credevano che a Tebe non ci fossero figli degni della successione, così
attaccarono Karkemish.
La nuova lettera
di Ankhesenamon convinse Shuppiluliumash che si decise a mandare suo figlio
Zannanzash ma, nel corso del viaggio, la scorta fu intercettata e il principe
venne misteriosamente ucciso. Ay, che durante i giorni delle esequie governava
il paese, ricevette una lettera di Shuppiluliumash che lo accusava dell’assassinio
del figlio.
Ay negò tutto.
Horemheb, Scriba
Reale e Capo dell’esercito, avrebbe potuto intercettare la scorta. Oltretutto
non fece niente per impedire l’ascesa al trono di Ay. Ma Horemheb adorava Tutankhamon
ed era un buon amico di Ankhesenamon. Fece sempre di tutto per tenere l’esercito
lontano dalle controversie religiose e inoltre Ay, cercando di favorire suo
figlio Nakhtim, lo emarginò per un certo periodo. Ammettiamo che Horemheb possa
essere stato interessato al trono: come soldato sapeva che non era proprio il
momento adatto per uccidere il figlio del Re di Hatti.
L’attacco di
Shuppiluliumash durante il processo bloccò le eventuali condanne; ma il
messaggero Hani (l’unico che avrebbe potuto testimoniare) sparì insieme ai
prigionieri e su di lui nient’altro si trova scritto sui cartigli hittiti.
Amqa fu
restituita agli egiziani da parte di Mursilish II. Shuppiluliumash era morto e
suo figlio Mursilish, pensando che la peste impadronitasi dei soldati mentre
portavano i prigionieri ad Hatti fosse stata una punizione degli dei,
riconsegnò tutto il bottino.
L’improvviso
decesso di Ay dopo solo quattro anni di regno e la successiva ascesa al trono
di Horemheb potrebbe far sorgere il sospetto che il soldato non fosse estraneo
ai fatti.
Tuttavia, ventisei
anni dopo, alla sua morte, salì al trono il fidato generale Pramesse, che diede
inizio alla nuova, gloriosa dinastia, col nome di Ramses I.
Che la Dea vi
benedica
Libri
consigliati nell’immagine:
Brier –
L’omicidio di Tutankhamon (Corbaccio)
Cimmino –
Tutankhamon (Rusconi)
Carter –
Tutankhamen (Garzanti)
Jacq – Le donne
dei faraoni (Mondadori)
Jacq – La grande
sposa Nefertiti (Mondadori)
Jacq – Il grande
romanzo di Ramses (Mondadori)
Jacq – L’affare
Tutankhamon (Bompiani)
Favard-Meeks –
La vita quotidiana degli egizi e dei loro dèi (BUR)
Leospo-Tosi –
Vivere nell’antico Egitto (Giunti)
Leospo-Tosi – La
donna nell’antico Egitto (Giunti)
Gitton – Les
divines épouses de la 18° dynastie (CNRS)
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